La musicoterapia

Che la musica faccia “bene” all’uomo lo sapevano anche i popoli dell’antichità, per l’attrazione “primaria” che essa esercita su tutti noi, per le modificazioni fisiologiche a livello fisico, per l’implicito intervento sulle emozioni e sulla sfera psichica. Utilizzando i parametri ritmici, melodici e dinamici della musica in maniera consapevole si può intervenire su moltissimi aspetti e su una molteplice varietà di difficoltà: dal semplice stress lavorativo e alla conseguente necessità di rilassamento, alle patologie di ogni genere, sia fisiche che psichiche, ai traumi e sofferenze subite, persino al fine vita.

Durante una seduta di musicoterapia.

La musica può togliere dall’isolamento che a volte può caratterizzare situazioni difficili, alleviare solitudini, ripristinare funzioni cognitive o motorie smarrite, aiutare le persone a superare momenti di difficoltà anche intensi e gravi; può inoltre affiancarsi ai percorsi riabilitativi ufficiali, quali la fisioterapia, la logopedia, aumentando notevolmente le potenzialità di successo.

Nella mia esperienza ho avuto l’onore di poter lavorare con ragazzi affetti da Sindrome di Down, ritardi cognitivi medio-gravi, ipercinetici (ADHD), sindrome di Asperger, Disturbo pervasivo generalizzato dello sviluppo, spasticismi, emiplegie, persone anziane, demenza di Alzheimer, schizofrenia, sclerosi multipla, oncologia.

In tutti questi casi la musica ha apportato notevoli risultati, costruiti con pazienza, dedizione, serietà. Il punto centrale sul quale si basa il trattamento è quello di una relazione autentica, empatica e basata su deontologia ed etica personale rigorosissime. La forza e l’energia che scaturiscono intrinsecamente dalla musica trasformano le persone al punto che ritengo che la musica dovrebbe rientrare nella carta dei diritti fondamentali dell’uomo. Ogni persona con difficoltà che si rivolge a me mi induce alla sfida e al raggiungimento comunque di obiettivi e risultati, che sinora, non sono mai mancati!